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Nodo, il design si fa metafora dell’esistenza 

 

 

Una grande “ragnatela di forme” strutturata secondo la logica del nodo, metafora dell’intreccio dell’esistenza. Sarà presentato durante la prossima Milano Design Week, come finalista del concorso RoPlasticPrize23 a cura della galleria Rossana Orlandi, il progetto di ricerca artistica Nodo, nato dal dialogo fra due creative, Giuditta Vettese e Marilù Lembo, e di cui Serena Cecchini Design è sponsor. Una scultura tessile e ibrida, lunga 4,5 m e larga 1,5 m, costruita riciclando centinaia di metri di corde rimaste invendute in magazzino. 

 

«Si colloca all’incrocio tra design, scenografia, scultura e non cerca precise definizioni disciplinari – spiegano le due creative -. È nata con caparbietà dalla riunione di centinaia di metri di corde, cerchi commissionati a un fabbro, molte ore di lavoro fisico a quattro mani, intime conversazioni nate come intorno a un focolare, da un ossessivo intrecciare fino alla transe». 

 

Ci sono voluti sei mesi di per dare vita a quest’opera che incarna la lentezza, l’improvvisazione, la trama e la spinta. Una variazione continua sul tema del nodo come forma primigenia di ogni relazione e intreccio. Un oggetto dalle dimensioni architettoniche, composto da quattro anelli metallici sospesi, sul quale si intrecciano cotone riciclato, ecopelle, raso, poliestere, juta, ciniglia e corde di plastica. «Lacci, stringhe, code, insomma fili che ricordano quelli con cui nel nostro stesso corpo si collegano umori e funzioni – aggiungono Vettese e Lembo - ovvero vene, arterie, neuroni, fasci muscolari, lacci di tessuto connettivo, cellule a stella o che finiscono con diramazioni e nodi. È così che è cresciuta questa ennesima torre di Babele».

 

 

Project by Giuditta Vettese + Marilù Lembo 

 

Photo Marta Marinotti 

Hosting institution Via Farini 

Sponsor Bancinastri, Serena Cecchini Design

In collaboration with Marsèll and Oh Carlax

 

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